Armonia invisibile
“L’armonia invisibile interna si manifesta nel modo creativo e spontaneo con il quale tratto una data religione, perché realmente mi sento a casa e in questo modo sono in grado di semplificare e mettere in relazione cose diverse o unificare pratiche…Quando la nostra relazione con una corrente religiosa è a questo livello, dobbiamo parlare ex abundantia cordis et mentis, più che non da una lista di proposizioni… Ogni dialogo religioso autentico dissipa le cattive interpretazioni da ambo le parti e propizia le rettifiche e le nuove interpretazioni” (Invisibile Harmony. Essays on Contemplation, Responsability, Minneapolis, 1995).
L’armonia invisibile è l’armonia che deve esistere tra tutte le religioni e le culture, la stessa che esiste in tutta la realtà. Il pensiero di Panikkar sulla relazione tra le varie religioni della terra é l’opposto dell’elaborare una teoria universale della religione alla base dello sforzo per raggiungere una comprensione intellettuale e globale di tutte le religioni (un ecumenismo ugualizzante, una religione comparativa o un “esperanto ecumenico”). Per Panikkar si tratta piuttosto di scoprire la “armonia invisibile” di tutte le religioni e culture, di tutta la realtà. La ricerca di una “teoria universale” promuove il dialogo, ma corre il rischio di imporre il suo proprio linguaggio e “la supremazia del logos nei confronti del pneuma”, la ragione, la forza della parola, nei confronti dello spirito. (Invisible Harmony).
Al contrario, dobbiamo aprirci agli altri e credere, aver fiducia, nell’esperienza umana nel suo insieme, nell’armonia degli esseri umani e del cosmo. In particolare, nel religioso, perché se nella religione si sono manifestate le più basse passioni e si è giunti alle più grandi catastrofi, in lei si sono anche “avute le esperienze umane più eccelse”; e, anche, essa manifesta come nessun’altra “una certa totalità”, “la religione è la sinfonia, non il semplice musicista”.
E’ quello che Panikkar definisce l’effetto “pars pro toto” (cfr. in seguito): ciascuno di noi può essere cosciente del tutto, ma da una prospettiva particolare. Il tutto è per noi sempre desiderabile (e “salutare” aggiunge Panikkar), e “qualcosa è completo quando possiede un’armonia interna”, il tutto suggerisce conoscenza, ma anche bellezza e bontà.