Mistica. Pienezza di Vita
Filosofo, studioso delle religioni, teologo, uomo del dialogo tra le culture, uomo ponte tra l’occidente e l’India, Panikkar decide di mettere come primo tomo della sua Opera Omnia la mistica: Mistica, pienezza di vita.
Due possibili interrogativi; il primo: “con tutto ciò che ha scritto doveva iniziare con un fenomeno così particolare, così al limite, un po’ eccessivo…?” La seconda, “perché iniziare dalla fine, da quel raggiungimento così sublime che è solo di pochi?”
Il primo interrogativo è di stampo laico-un po’ scettico, il secondo è invece di stampo un po’ devoto-spirituale. La si guardi da un lato o dall’altro la mistica è spesso colta come una cosa eccessiva, per gli uni quasi fastidiosa e patologica, per gli altri irraggiungibile e sublime. Panikkar e con lui una importante tradizione del pensiero religioso delle grandi religioni e dello stesso Cristianesimo ci capovolgono le difficili difficoltà sulla mistica.
La mistica non è né una stranezza né una performance per superdotati; è una fondamentale dimensione dell’uomo. L’uomo è fatto per non vivere di solo pane, ma mantenersi in relazione con il mistero. L’uomo interroga il mistero ed il sovrannaturale di continuo, anche quando lo nega. Proprio nella mistica il dialogo - il comprendersi tra religioni e culture - attua più direttamente la dimensione mistica e originale in ogni uomo; l’uomo si interroga sul senso della vita e si apre al mistero, all’ineffabile. La mistica è la pienezza di umanità e, senza tale dimensione, l’uomo sarebbe impoverito.
La composizione del volume è semplice: una prima parte porta come lemma la Nuova innocenza in quanto la mistica autentica non è una riflessione sull’Essere, ma un atteggiamento libero e spontaneo che sorge dalla pienezza della persona. Una seconda parte tratta della meditazione su cui poco si può dire perché essa è silenzio; seguono tre esempi di santi, le cui differenze ci mostrano che non esiste un solo concetto di santità.
La terza parte è formata da uno studio, sistematico e filosofico, sull’esperienza mistica. In questa parte cerca di confutare l’idea assai diffusa sulla mistica intesa come equivalente a fenomeni straordinari riservati a una piccola élite di mortali. Tutti siamo potenzialmente aperti all’esperienza mistica. L’idea che tutti siamo «figli di Dio», presente in tante religioni, è stata formulata dal cristianesimo e costantemente ripetuta, ma poco meditata. Segue come appendice una riflessione filosofica sull’esperienza suprema da prospettive diverse e una preghiera che viene dal profondo del suo essere.
Milena Carrara