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Concetto

 

“Gli oggetti del pensiero sono un invariante culturale. Ogni uomo pensa e pensare è pensare qualcosa. Questo qualcosa è l’objectum del pensiero, ‘quello’ che l’attività pensante proietta, lancia davanti a sé in virtù dello stimolo che ha ricevuto. Il concetto, invece, non è questo invariante universale”. (“Religione, Filosofia e Cultura”, Simplegadi, Padova 2001).

La nozione è l’idea che abbiamo di qualcosa, il concetto è il modo in cui elaboriamo questa nozione. Le nozioni, però, si possono elaborare o in concetti o in simboli. “In occidente si è identificato il concetto con l’intelligibilità della cosa: ne deriva che, se la filosofia vuole sapere che cosa siano le cose, non può che, per forza, operare con concetti. Il concetto ha finito con l’essere l’unico strumento della filosofia “ (“Religione, Filosofia e Cultura”). La nozione panikkariana di equivalenti omeomorfici (cfr. più oltre) , una creazione fondamentale di fronte alla interculturalità, intende dire che questo imperialismo dei concetti non è tale e perciò cerca sia le possibili nozioni equivalenti a filosofia nelle altre culture, sia quei simboli che esprimono i propri equivalenti omeomorfici.
Panikkar ci ricorda che il concetto, forse una geniale invenzione di Socrate, si è trasformato ne “il migliore strumento della filosofia occidentale”. Hegel dirà poi che è il mediatore per eccellenza tra l’essere e il divenire; “non solo uno strumento, ma l’anima, per così dire, delle cose stesse”. E’ necessario però precisare meglio. Il concetto è “un universale nel senso tecnico della parola, è un’astrazione della mente che capta, o pretende captare, la quiddità della cosa, la si chiami essenza, sostanza, rappresentazione, idea o quanto altro”. Il concetto però non è “un universale culturale”. E questo è il punto fondamentale che interessa Panikkar: non tutte le culture operano con concetti. Panikkar non si riferisce solo a ciò che nel pensiero occidentale sono detti elementi prelogici e/o preconcettuali, ma a “sistemi di pensiero tanto elaborati quanto buona parte della filosofia indica”. Esiste, quindi, una attività filosofica dell’uomo che opera con simboli e non con concetti. “Esistono molti livelli di intelligibilità e anche di essere coscienti della realtà e di parteciparne attivamente. E’ questa la sfida culturale”.

 

Raimon Panikkar

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“Scrivere, per me, è vita intellettuale
e anche esperienza spirituale…
mi consente di approfondire il mistero della realtà.”