Opera Omnia

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Presentazione

Ogni volta, e nella vita di una casa editrice queste volte non possono che essere limitate, che si decide con un autore di pubblicare la sua Opera Omnia non si può non vivere un’esperienza emozionante.
L’autore, infatti, disegna la sua opera: l’Opera Omnia è perciò una nuova opera, un’opera in sé. Il disegno di un’Opera Omnia fatto da un autore è il suo romanzo, la sua offerta ai lettori. Totalmente diversa dall’Opera Omnia che un comitato di esperti fa sugli scritti di un autore anni dopo la sua scomparsa: enorme lavoro di filologia con una relativa speranza di cogliere pienamente l’ermeneutica che sul suo lavoro l’autore avrebbe fatto; si tratta, nel migliore dei casi, di una rigorosa raccolta dei suoi scritti.
L’Opera Omnia che un autore disegna, opera necessariamente selecta, non è la raccolta preoccupata del rigore filologico, ma il disegno, l’organizzazione di ciò che l’autore vuole riproporre al lettore, l’opera che lui stesso oggi si ritrova come dono nella sua vita.
L’Opera Omnia è perciò opera in sé, disegno nuovo, opera nuova.
Per Panikkar quanto detto vale in un modo tutto particolare.
Questa opera tocca varie di quelle che siamo abituati a chiamare discipline: Filosofia, Teologia, Antropologia, Cultura della Pace, Teologia delle Religioni, Spiritualità, ecc…, anche se in Panikkar non esiste una netta separazione fra di esse.
Panikkar non solo ha una produzione molto vasta, ma ha costantemente ripreso, rieditato, varie sue opere nel corso della vita (basti, tra tutte, Il Cristo sconosciuto dell’Induismo). Questo significa che le opere si sono aggiornate secondo lo sviluppo del suo pensiero.
Certo, alcune opere resteranno databili e definibili come più giovanili, ma in molti casi Panikkar ha accompagnato le sue opere durante il corso della sua vita.
Possiamo tentare di mettere in luce una caratteristica fondamentale di questa modalità.
Molti scritti per Panikkar sono, o forse, meglio, lo scrivere per Panikkar è operativo; è cioè operante. Lo scritto di Panikkar non può essere considerato semplicemente un pur meditato frutto di studi. È ermeneutico di un’esperienza. Dice Panikkar nell’editoriale dell’Opera Omnia: «Non ho vissuto per scrivere, ma ho scritto per vivere in modo più cosciente e per aiutare i miei fratelli con pensieri che non sorgono soltanto dalla mia mente, ma scaturiscono da una fonte superiore…». Sapere ed esperienza per Panikkar si accompagnano, sono un’opera che si svolge, un sapere sperimentante, messo a disposizione del lettore che è chiamato a un lavoro non limitabile all’intelletto.
L’Opera Omnia è perciò non solo l’insieme degli scritti di Panikkar, ma il lascito attuale del suo percorso.
I filologi potranno studiare le differenti edizioni di questo e quello scritto ma quanto Panikkar pubblica nell’Opera Omnia è, in parte importante dei suoi scritti, l’oggi del suo percorso che il lettore può incontrare nella sua maturità. Si tratta di un’Opera Omnia al presente, ma questo presente è un presente perenne, per applicare un termine di Panikkar stesso.
A ricordare però le fasi di un cammino ci sono le diverse introduzioni che Panikkar ha fatto per le principali edizioni e che ha mantenuto. Tali introduzioni non testimoniano tanto un superamento o spostamento di orizzonti, quanto diverse illuminazioni o velamenti, velo per far vedere e non per nascondere una tematica o un evento. Panikkar infatti ama mantenere, accanto al suo scritto rielaborato, le introduzioni precedenti. Questo anche a rischio di creare nel lettore il nervosismo di rimandare, percorrendole, l’inizio dell’opera (mi riferisco ancora a Il Cristo sconosciuto dell’Induismo, da noi appena rieditato).
In un’Opera Omnia questo è preziosissimo. Proviamo perciò a risintetizzare quanto è caratteristico dell’opera di Panikkar.
L’Opera Omnia che un autore disegna è un’opera in sé perché è la sua decisione di ciò che riconosce.
Panikkar ha accompagnato i suoi scritti durante la sua vita rieditandoli a più riprese. Per una parte importante, l’Opera Omnia di Panikkar non è diacronica, cioè leggibile secondo fasi biografiche, ma è una proposta a un presente perenne.
Panikkar in questo mette in crisi molte posizioni occidentali, perché evita anzitutto di storicizzare se stesso, cioè il suo sperimentare e il suo sapere.
Si obietterà che questo vale per ciò che chiamiamo «classici», intendendo anche i classici contemporanei. L’obiezione è ragionevole: Mito, Fede ed Ermeneutica di Panikkar è considerabile come un classico contemporaneo.
Ciò non toglie che Panikkar abbia lavorato le sue opere nell’occasione di ogni nuova edizione, come avesse tra le mani l’impasto vivo di un’opera che sta nascendo ex novo.
Altri autori nell’Opera Omnia si sono preoccupati di pubblicare elementi del dibattito che un testo aveva provocato alla sua uscita e così si sono aggiunte le risposte alle obiezioni.
Per Panikkar un’edizione è sempre innovativa e in qualche modo sempre originale. E così è quanto sta uscendo nell’Opera Omnia. L’Opera Omnia di Panikkar si offre perciò al lettore come fonte di confronto al presente e non come raccolta di scritti datati.
A testimoniare però il percorso e quelli che possono essere stati i dibattiti provocati dal lavoro di Panikkar ci sono le diverse introduzioni con le loro date.
Nella scelta del materiale e nel disegno dell’opera Panikkar si è avvalso della collaborazione ricevuta da Milena Carrara traduttrice di molti suoi libri in italiano e alla quale ha affidato la cura della sua Opera Omnia.
Cominciare col volume sulla Mistica è in un certo senso simbolico perché indica l’interesse di Panikkar, nello scrivere, a mettere in luce la propria esperienza, e la mistica è l’esperienza piena dell’uomo. Invitare il lettore a non limitare la lettura allo studio, ma a intravedere la possibile pienezza di umanità in qualsiasi impegno è una costante dello scrivere di Panikkar.
La preoccupazione di Panikkar di riscrivere lo scritto, di non storicizzarlo e ridirlo al presente, è un legame che Panikkar tesse con il lettore, è il legame dell’oralità, della parola.
Confido che questa Opera Omnia non susciti solo studio, ma esperienza. L’iniziare con il volume sulla Mistica è il miglior auspicio.

SANTE BAGNOLI
Presidente Editoriale Jaca Book
Milano 21-3-2008

*Piano dell'opera

*Editoriale dell'autore

Raimon Panikkar

sito ufficiale

“Scrivere, per me, è vita intellettuale
e anche esperienza spirituale…
mi consente di approfondire il mistero della realtà.”