Fede - Atto di fede - Credenza
“Senza fede non si può vivere” “La fede è la capacità di apertura a qualcosa d’altro; una capacità che non ci viene data né dai sensi né dall’intelligenza. Questa apertura si potrebbe chiamare apertura alla trascendenza. Mediante la fede l’uomo è in grado (capace?) di trascendere se stesso, di credere, di aprirsi a qualcosa altro… a Dio” (L’esperienza di Dio).
La fede è “un componente essenziale dell’uomo”; è una apertura esistenziale alla trascendenza, una relazione ontologica con l’Assoluto. Ogni essere umano, per il solo fatto di essere tale, ha fede, coltivata o non, consapevole o inconsapevole. La fede non è il privilegio di alcuni o una “specialità” di determinati gruppi ; non è “un lusso” ma “una dimensione antropologica”.
L’atto di fede è “l’attività mediante la quale la fede si manifesta; sgorga dal cuore come simbolo di tutto l’uomo e suo tramite egli entra nella terza dimensione (L’esperienza di Dio). L’esperienza di fede è “un atto antropologico primordiale” che non si può confondere con la sua formulazione concettuale, simbolica (credo) e intellettuale (dogmi) che sono le credenze. “L’atto di fede è salvifico in se stesso…può essere messo in atto solo dall’essere umano quando è mosso dalla grazia divina” .
La credenza è l’espressione simbolica della fede; è la formulazione, l’articolazione dottrinale fatta da una collettività, che si è andata cristallizzando in proposizioni, frasi, asseverazioni, e, in termini cristiani, dogmi” (L’esperienza di Dio). Le credenze comportano una istituzionalizzazione che dà luogo alle religioni.